Secondo le analisi Nomisma, il gap tra i salari e l’inflazione alla fine del 2022 era del -9,6%, e si prevede che tale divario non diminuirà nel 2023. Tale situazione causa maggiori difficoltà per le famiglie italiane nel rimborsare i mutui e sta influenzando negativamente la fiducia e le intenzioni di acquisto. Il rapporto di Nomisma indica che le famiglie italiane dipendono ancora fortemente dai mutui per l’acquisto di una casa, con solo il 17% delle famiglie che non considera l’acquisto con mutuo.
Tuttavia, a causa delle preoccupazioni economiche, le richieste di mutuo sono diminuite e le famiglie si avvicinano meno frequentemente agli istituti di credito, sapendo che potrebbero ricevere più facilmente un rifiuto. Il contesto economico ha portato a condizioni più restrittive per l’ottenimento di credito da parte delle banche. Nonostante la diminuzione dei crediti in sofferenza, soprattutto quelli gravi, le banche ritengono necessario mantenere un atteggiamento prudente a causa delle politiche monetarie e degli aumenti dei tassi di interesse, che potrebbero a lungo termine aumentare il numero di insolvenze.
Dopo un 2022 caratterizzato da una stabilità sostanziale nelle erogazioni di mutui (+1%), accompagnata da una forte diminuzione delle surroghe e delle sostituzioni (-70%), Nomisma prevede per il 2023 una diminuzione a doppia cifra sia dei nuovi mutui (-18% annuo) sia delle surroghe e sostituzioni (-47%).
Il rapporto di Nomisma ha anche analizzato il sentiment degli agenti immobiliari riguardo al mercato nel 2023 nelle principali città italiane, focalizzandosi su vari aspetti. Di seguito sono riportati i risultati principali. Il 69% degli operatori immobiliari segnala una diminuzione della domanda sul mercato, mentre l’87% nota una riduzione del budget delle famiglie e il 60% rileva un aumento verso l’interesse per gli affitti. Per quanto riguarda l’offerta, il 72% degli agenti immobiliari segnala una riduzione dei prezzi richiesti.
Gli agenti indicano anche che la domanda di acquisto di una casa è principalmente legata a:
– motivi di investimento (14%)
– sostituzione dell’abitazione (29%)
– e soprattutto come prima abitazione (45%).
L’acquisto di case vacanza registra una diminuzione del 28%, mentre l’acquisto di una casa per un familiare cala del 6%.
Coloro che acquistano una casa provengono principalmente dalle grandi città e dai capoluogo di provincia e cercano unità immobiliari in una zona dello stesso comune (25%), oppure risiedono in un comune dell’hinterland e desiderano trasferirsi nel centro città (23%).
L’esodo dai capoluoghi verso la provincia -fenomeno post covid – mostra un calo dell’1% in questo tipo di domanda abitativa.
Il panorama del mercato immobiliare nel 2023 presenta sfide significative, sia per le famiglie italiane che si trovano ad affrontare un gap salariale crescente, sia per gli agenti immobiliari che devono adattarsi a un’offerta e una domanda sbilanciate.
Tuttavia, è importante monitorare attentamente queste tendenze per prendere decisioni informate e cogliere eventuali opportunità nel settore immobiliare.